di Enrico Saravalle (articolo completo su Linkiesta.it)
Un luogo di oasi paesaggistiche selvagge, arte e storia antica. È la valle delle province di Trapani, Palermo e Agrigento, dove scorre il fiume Belìce. Qui è sorta da poco una ricca realtà museale tra archeologia, memoria, antropologia e natura
Sono cinque gli itinerari proposti ai viaggiatori di un Grand Tour 2.0 – uno archeologico, uno naturalistico, uno contemporaneo, uno antropologico, uno della memoria – pronti a dare una lettura continua della storia, dell’arte, della cultura materiale, dell’architettura e del paesaggio di Contessa Entellina, di Gibellina e Menfi, di Montevago e Partanna, di Poggioreale e Salaparuta, di Salemi e Santa Ninfa, di Sambuca di Sicilia e Santa Margherita di Belice, vale a dire le petites capitales della Rete. Il progetto, così, prevede un punto di accoglienza per i visitatori, con infopoint animato da volontari: «L’obiettivo – rivela Giuseppe Maiorana, presidente della Rete Museale Belicina – è sviluppare un’identità che caratterizzi la proposta attrattiva di infrastrutture e servizi, basata sulle specificità del patrimonio culturale collettivo grazie ad una progettazione integrata pubblico-privato».
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